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L'antica città di Elea (Hyele) fu fondata da coloni greci provenienti da Focea come base di supporto nel Tirreno per gli intensi scambi commerciali che questi intrattenevano con le popolazioni italiche e i più lontani abitanti delle coste del Mar Egeo. Nel periodo di formazione delle colonie della Magna Grecia, Elea assunse le caratteristiche di una città autonoma ed in forte espansione, fino a raggiungere il grado di civiltà che avrebbe dato i natali ai filosofi Parmenide e Zenone. Fu sede di una prestigiosa scuola medica le cui tradizioni e conoscenze sono da molti considerate le radici della Scuola Medica Salernitana.
In Età Romana, mutato il nome in Velia, prese parte alle guerre puniche: visti i meriti della flotta navale velina, i Romani riconobbero i privilegi e l'autonomia della città, quale quello di coniare moneta. Cicerone, Orazio e altre illustri personalità trovarono a Velia un clima mite e accogliente, la meta ideale per le loro villeggiature.
Il declino di Velia giunse con il progressivo insabbiamento dei porti e successive ondate alluvionali, ovvero la fine degli scambi commerciali e della ricchezza economica che questi avevano significato. Con l'avvento del cristianesimo divenne sede vescovile fino al definitivo impoverimento del nucleo abitativo in seguito alle incursioni saracene. In posizione privilegiata sul promontorio in epoca normanna fu costruita la torre ancora visibile a baluardo e per l'avvistamento degli incursori dal mare.
Gli Scavi, cui si accede dalla Marina di Ascea, iniziarono nel 1921 ad opera di Amedeo Maiuri ed hanno riportato alla luce gran parte dell'antica città, facendone ricostruire completamente la pianta. La struttura urbanistica dell’antica Velia risulta articolata in tre nuclei: il quartiere meridionale, il quartiere settentrionale e l’acropoli.
La visita all'antica città di Velia inizia dal quartiere meridionale. Qui è la Velia fondata dai Focei, dove troviamo la Diga Foranea che doveva costituire un molo costruito a 50 metri dalla linea della spiaggia. Questa zona a causa di una grossa alluvione nonché del progressivo e lento ritirarsi della linea di costa, si insabbiò e pertanto venne strappata al mare con la costruzione di mura ed urbanizzata. Al termine del muro vi è una torre circolare poggiante su uno scoglio che probabilmente era adibita a faro. A questo punto iniziano le mura più arcaiche del VI secolo a.C. fino a giungere a Porta Marina Sud che costituiva con la cinta muraria adiacente la delimitazione della città verso il mare. Superando la porta si entra nella città dove troviamo due insulae e abitazioni di età ellenistica.
Imboccando la strada che conduce verso Porta Rosa sulla sinistra troviamo le Terme Imperiali. La costruzione è databile alla prima metà del II secolo a.C. Più avanti abbiamo l’Agorà, zona monumentale costituita da una piazza rettangolare delimitata per tre lati da muri porticati e con il fronte colonnato. Lasciata l’Agorà ci si rimette sulla via di Porta Rosa, ma guardando prima, all’inizio, sulla sinistra vi sono i resti di una porta situata proprio a fianco della seconda delle due torri. Proseguendo a salire verso Porta Rosa, si incontra sulla destra una spianata nella quale è stato messo in luce un impianto termale ellenistico risalente al III sec. a.C. Si tratta di un complesso importante poiché costituisce un "unicum" in Magna Grecia.
Via via che si sale si ammira l’imponenza della strada, la quale ad un certo momento piega leggermente sulla sinistra, offrendo alla vista la visione della Porta Arcaica e di Porta Rosa. Porta Arcaica segna il confine tra i Quartieri meridionale e Settentrionale. Essa fu costruita dai Focei, verso la fine del VI secolo a.C. Alle spalle della Porta Arcaica troviamo la Porta Rosa, prestigioso monumento civile della Magna Grascia che svolgeva la duplice funzione di collegamento dei due quartieri della Città, e di viadotto congiungente le due parti del colle. La Porta Rosa comprende l’unico arco greco di età classica che ci sia pervenuto in perfetto stato di conservazione. La costruzione dell’arco è ottenuta con un perfetto studio geometrico (due circonferenze di uguale diametro sono perfettamente tangenti dalla volta al piano di terra).
Retrocedendo di pochi metri, si inizia la salita verso l'Acropoli. Poco prima di arrivare alla sommità, si notano i resti dell'insediamento abitativo più antico della città (540-535 a.C.). Appena giunti sull'Acropoli si notano subito i resti del piccolo teatro risalente al IV secolo a.C., ancor'oggi scena di spettacoli teatrali. Poco oltre è un edificio a pianta rettangolare; era in effetti la stoà dell’Area Sacra. Sulla terrazza superiore è il tempio ionico in parte distrutto dalla grande torre del castello normanno. Qui troviamo l’area ove si svolgeva la vita pubblica e religiosa della città, ossia l’Acropoli. Dall'Acropoli si può seguire un tratto delle mura, giungendo ad una prima terrazza dov'era un'area sacra a Poseidon. Proseguendo si giunge ad una seconda terrazza dov'era un'altra area sacra ove è conservato un altare monumentale (cosiddetto Santuario di Zeus). Più avanti è il Castelluccio punto culminante del sistema difensivo di Velia.
L'area archeologica di Velia è nel Comune di Ascea a confine con il territorio del Comune di Casal Velino. Vi si accede da via di Porta Rosa, nei pressi dell'incrocio con la SP 161 in direzione di Marina di Ascea. Un servizio di bus permette di raggiungere gli scavi dalla stazione ferroviaria di Ascea e da Marina di Casal Velino.
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